Atto finale con colpo di scena per il decreto Balduzzi. Anche se nel momento in cui scriviamo il testo deve ancora uscire dal Consiglio dei ministri per andare alla firma del presidente Napolitano, nel provvedimento non ci sarebbe più traccia dell’articolo che tratta di farmacie e perimetrazioni. Secondo fonti considerate attendibili, il pacchetto di provvedimenti (tra i quali anche la sospensiva sulla vendita della sede per i titolari sottoposti a procedimento penale) sarebbe stato stralciato per essere dirottato in un disegno di legge a se stante, dall’iter parlamentare decisamente più lungo e anche aleatorio. A conferma ulteriore il documento ufficiale pubblicato da Palazzo Chigi non ne fa alcun cenno.
Sulle ragioni fioccano per ora soltanto ipotesi da gossip politico. Secondo alcuni osservatori, avrebbero trovato ascolto in ambienti di governo le rimostranze avanzate negli ultimi giorni dalle farmacie, stanche dell’ennesimo tiro al bersaglio ai loro danni. Trova minor credito, invece, la tesi che lo stralcio sia una vittoria del sottosegretario Catricalà sul ministro Balduzzi, da cui il recupero nel ddl che verrà della norma diretta all’abolizione della distanza minima.
Intanto, nell’attesa delle conferme ufficiali, in Federfarma c’è soddisfazione per la piega presa dal decreto. E non sembra preoccupare il fatto che con l’accantonamento del comma sui trasferimenti (avrebbe deciso il sindaco su semplice parere di Asl e Ordine) cresce il rischio di contenziosi a valanga sulla perimetrazione delle nuove sedi. Le Regioni avevano “congelato” i bandi di concorso proprio per attendere il provvedimento, ora le tappe a venire rischiano di diventare un risico.
